GIOVANNI BLOCK – RETRÒ
“RETRÒ”
È IL NUOVO ALBUM DI
GIOVANNI BLOCK
(etichetta: La canzonetta Record – distribuzione fisica: Self – distribuzione digitale: Believe)
Formato disponibile: digitale, vinile e CD
data di uscita: 17 marzo 2023
“RETRÒ” è il nuovo album di Giovanni Block. Dieci tracce (più una ghost track) nelle quali il cantante e autore napoletano, tra disillusioni e speranze, nostalgia e lucida analisi, rivendica il suo diritto a slegarsi dalle mode e seguire un percorso artistico che è anche stile e filosofia di vita, e che affonda le radici in un passato che non è vecchio o sorpassato, come il significato del titolo potrebbe indurre a pensare, bensì che alimenta una creatività senza vincoli e senza tempo.
Con tre album alle spalle e numerosi riconoscimenti ricevuti nel corso della sua carriera artistica, tra cui il Premio Siae / Club Tenco nel 2007 come Migliore Autore Emergente, il Premio Musicultura 2009, e ancora premio “Alex Baroni”, premio “Lunezia”, premio “Fabrizio De Andrè”, premio “Lucio Battisti”, e ancora nel 2012 finalista delle Targhe Tenco nella categoria “Miglior opera prima”, Giovanni Block si divide da sempre tra musica e teatro, facendosi apprezzare in importanti collaborazioni con artisti e intellettuali come Mauro Calise, Sergio Cammariere, Fabrizio Bosso, Arnoldo Foà, Lello Arena, Luciano Melchionna, Cosimo Damiano ed altri. Tra le produzioni più recenti la sua prima colonna sonora, scritta per il docufilm dedicato a Massimo Troisi “Il Mio amico Massimo” di Alessandro Bencivenga, distribuito da Lucky Red.
“Retrò” è un lavoro pop con richiami alla tradizione dei cantautori degli anni ’80 che racconta le rughe di una vita vissuta, solcata da ricordi, pensieri e riflessioni. Gli arrangiamenti si dispiegano tra chitarre leggere, sonorità a tratti folk e tastiere armoniose, lasciando ampio respiro ai testi, parte portante dell’intero lavoro discografico di Giovanni Block. Un disco fatto di accelerazioni e riposo che piacerà a chi non riesce ad arrendersi all’inevitabilità del digitale e vive ancora in analogico. È malinconico e nostalgico, a partire dai riferimenti musicali e testuali: da Paoli a Dalla, da Gaber a Gaetano, da De André a Guccini, citando Quasimodo e cantando Pavese.
Parlando del disco Giovanni Block, tra consapevole ironia e un’amarezza venata di diritto alla speranza, afferma: “Io, cantautore classe 1984, pieno di disillusione e sogni infranti, mi osservo allo specchio e si, lo riconosco, sono allegramente Retrò, così come le persone a me più vicine, bisognose di fermarsi, di sognare e di sperare. Mai tristi, o forse semplicemente, mai troppo tristi. Sinceramente dissacranti, cinici, ironici, talvolta cupi ma mai spenti. Si continua a brillare di qualcosa che non si sa bene cosa sia ma che arde, sempre e comunque. C’è sempre una terza via, una scelta diversa da quella che percorrono la maggior parte delle persone, e che ognuno ha il diritto di fare. Da qui la mia rivendicazione dell’essere “Retrò”.
Retrò è la birra che prendi dopo il lavoro, la storia che ascolti alla fermata del pullman da uno sconosciuto. L’amore che non hai più vissuto. La valigia che non usi da tempo, il viaggio che hai continuato a rimandare. È il tuo gatto che ti graffia da anni sempre allo stesso modo e tu gli vuoi comunque bene. Retrò è un modo di essere. È un modo di stare al mondo e di farsi ascoltare. È il mio modo di scrivere e suonare.”
CREDITI ALBUM
Testi e Musiche: Giovanni Block
Arrangiamenti: Giovanni Block
Registrato e Missato da Carlo Gentiletti @ Elios recording, C.mare di Stabia (Na)
Masterizzato da Carlo Gentiletti @ Elios recording, C.mare di Stabia (Na)
Prodotto da: La Canzonetta record e Giovanni Block
Edizioni Musicali: La Canzonetta – www.lacanzonetta.it – info@lacanzonetta.it
Produzione esecutiva: Claudio De Cristofaro (per La Canzonetta record)
Distribuzione: Self
Foto: Riccardo Piccirillo
Grafica e Artwork: Nicola Galiero
Revisione Testi: Roberta Block ed Edith Sacerdoti
MUSICISTI PRESENTI NELL’ALBUM
Giovanni Block: voci, synth, rhodes, chitarra acustica, chitarra classica, flauto traverso, archi.
Petra Magoni: voce (4);
Attilio Fontana: voce (7);
Roberto Trenca: chitarra acustica (2-5-7-8); Chitarra Classica (5); Charango (5- 6); Cuatro (7);
Luigi Scialdone: chitarra elettrica (1-7), tres (5-9), guitarele (5-9), mandolino (6);
Enzo Lamagna: basso e contrabbasso (1-2-3-4- 6-7-9);
Pasquale De Paola: batteria (1-2-3-4-7);
Pasquale Benincasa: percussioni (2-3-4-5 -7);
Roberto Porzio: pianoforte (1-10), organo (3 – 4);
Marcello Giannini: chitarra elettrica (2-3-4-8);
Marco Di Paolo: violoncello (2-7-8);
Cori: Giovanni Barbaro / Simeone D’Andrea / Adriana D’Anna / Samuele Motta / Roberta Block / Marina Block / Vincenza Cardone / Alessia Tomberli
Coro bambini (7): Aurora Astarita / Viola Pacifico / Carlo Maresca / Eliana Maresca / Giulia Mazzella Di Bosco / Ninasole Barraco / Niccolò Citarella
TRACKLIST
01-Sposami sul mare (3.07)
02-Il primo tra i fanti (3.32)
03-Vi odio (3.46)
04-La ballata dei ricordi (2.56)
05-35 (2.31)
06-L’amore e il veliero (2.53)
07-La pioggia nell’orto (3.37)
08-Preghiera dell’artista (3.54)
09-La meritocrazia (3.36)
10-L’amore e il veliero reprise (2.59)
11-GHOST TRACK: I Gatti lo sapranno (4.03)
GUIDA ALL’ASCOLTO DI “RETRÒ”
Sposami sul Mare
No, non siamo al mare, non c’è alcuna vacanza, c’è solo il ricordo di quando “l’estate era calda e normale”. C’è la routine lavorativa dei quarantenni che vivono ritmi frenetici imposti dall’esterno, ritmi che hanno ben poco di umano. Una donna nuda sul letto anche oggi dice che odia il lavoro, lo dice a un uomo che continua a combattere le sue battaglie con scarse soddisfazioni. Ma c’è, oltre il muro dell’apparente resa, la speranza di riuscire a trovare un senso, insieme.
“Guariscimi… e sposami sul mare, dammi il coraggio di vivere e continuare”. Tanto i “Loro” vinceranno sempre, ma si può provare a rendere le piccole ingiustizie quotidiane meno amare da ingoiare, mentre come fiammiferi oscilliamo al vento con la paura di spegnerci.
Il primo tra i Fanti
Ogni guerra, più che questione di armi, è questione di giorni. Ognuno di noi ne combatte una, e quando “Stancamente ci si accascia sul letto con i piedi già gonfi di sonno” si tirano le somme, ci si guarda dentro e non ci si può mentire. Si riconoscono tutti gli inganni a cui ci si è abituati. Si pensa a tutte le “belle passanti” che non si è riusciti a trattenere, le si immagina nella monotonia dell’adesso, talvolta felici, talvolta insoddisfatte, con giorni pesanti sulle spalle.
Ci si guarda dentro e si accetta la “paura di avere paura”, compagna di sempre, e nel farlo ci si riconosce come fanti di una guerra quotidiana.
Vi odio
Nonostante la musica italiana sia da sempre storicamente il luogo di una narrazione romantica, il sentimento che il cantautore avverte maggiormente per le strade è l’odio. Questo brano è la sua personalissima “ode” a questo sentimento così comune e così malcelato dal velo di ipocrisia che ci accompagna tutti i giorni.
La Ballata dei Ricordi (feat. Petra Magoni)
“Ma ti ricordi di me e di te?”
Torna il discorso di brassensiana memoria delle belle passanti che non siamo riusciti a trattenere. In questo caso, però, ci si focalizza su ciò che resta dell’amore e delle cose provate e vissute. Guardandole da lontano non si può fare altro che alzare il bicchiere e brindare alla gioia di ciò che è stato, consapevoli che il ricordo, quando fa capolino nella mente, si presenta vestito solo del “meglio di quello che è stato” e che l’unico effetto che può produrre è un malinconico sorriso stampato sul volto. La Ballata dei ricordi è stata premiata a Torino nel corso del “Premio Gian Maria Testa” 2022 come migliore performance. Questo brano ha l’onore di essere impreziosito dalla voce di Petra Magoni.
35
Il 12 Luglio del 2012 Giovanni Block pubblica sulla sua pagina Facebook questo brano con questo post:
“Ieri ho letto che è morto un ragazzo di 21 anni a Napoli che “aveva accettato di pulire quel lucernario per soli 35 euro”. Subito dopo c’era la notizia di Ronaldo alla Juve per 105 milioni di Euro. Poi oggi ho letto che in realtà sono 117 milioni.
Il contrasto tra queste due notizie ha generato un vuoto.
Per colmarlo è venuta fuori questa canzone.
Si chiama “35”. L’ho fatto di getto. Senza pensarci troppo.
Tutto qui.
Scusate la faccia stanca. Buonanotte”. #unpostdiblock #35 #napoli #2018”
Il cantautore ha mantenuto nell’album lo stesso arrangiamento “di pancia” di quella sera.
L’amore e il Veliero
L’amore si può perdere di vista quando ci si lascia azzannare dal mostro che ci portiamo dentro e non basta “la tasca bianca del cuore” a proteggere ciò che è fatto di cristallo.
Nel disco sono presenti due versioni di questo brano. La seconda, in cui la voce è accompagnata dal solo pianoforte, riprende il Live del 2018.
La pioggia nell’orto
Tutto il caos di guerre quotidiane, amori finiti, mostri, fanti, odio e regine, presente nell’album fino a questo momento, si blocca all’improvviso con un “Piove” di dannunziana memoria. Attilio Fontana e Giovanni Block accompagnano l’ascoltatore sotto un temporale estivo, che rinfresca, che allontana i cattivi pensieri e porta la mente lì “dove non esistono gli oramai”. Un coro di bambini porta così lontano, lontano nel tempo.
Preghiera dell’artista
Una chitarra. Una preghiera. Già suonata fin dal 2012, non era ancora mai stata ufficialmente pubblicata prima in un album. Anni fa ne venne provata una versione orchestrale, che però non aveva il senso che ha acquisito oggi nella proposizione attuale, in tutta la sua semplicità.
La Meritocrazia
Giusta chiusura di un disco pieno di disillusione ma anche pieno di speranza. “Noi, nati negli anni ’80, abbiamo studiato credendo che servisse a qualcosa, almeno così ci avevano fatto credere. Le vecchie generazioni non ci hanno tutelato, le nuove generazioni non ci hanno mai preso d’esempio. Ora come ora, dunque, non ci resta che ridere”.
Ghost Track – I gatti lo sapranno
La ghost del disco è “I gatti lo sapranno”. Un collage di due poesie di Cesare Pavese, dalla raccolta postuma “Verrà la
morte e avrà i tuoi occhi “. La strofa è tratta da “The Cats Will know” e apre a un ritornello liberatorio, che si lascia
cantare in coro. In questi versi c’è tanto amore e tanta vita, che finisce tragicamente ma nel farlo diventa leggera come
una piuma che si alza in volo.
Il brano nasce dal mio incontro con il politologo Mauro Calise, autore della musica. Come di quella di tanti altri versi della
grande poesia ermetica italiana, da Montale a Ungaretti e Quasimodo. Arrangiarli, renderli cantabili e più facilmente
comprensibili dai giovani, come in un Karaoke, è un viaggio che mi porto dentro. Magari questa è una prima tappa…