MAMME NARRANTI NUOVA TAPPA A GENOVA AL “TEATRO DELL’ALTROVE”
ANDREA SATTA (TETES DE BOIS)
“MAMME NARRANTI IN TOUR”
domenica 23 ottobre
GENOVA
Teatro dell’Altrove – dalle ore 16
Ingresso gratuito
PROGRAMMA
In apertura le acrobazie del CIRCO SARABANDA
PEPPE VOLTARELLI (due fiabe e un intervento artistico)
VITTORIO DE SCALZI (due fiabe e un intervento artistico)
TETES DE BOIS suoni sulle fiabe + la canzone di Pinocchio
ALBERTO FERRANDO (pediatra) che porterà un saluto dell’ACP e di Nati per Leggere
BARBARA SCHIAFFINO Premio Andersen farà un breve un intervento su “i libri delle mamme”.
Le Mamme Narranti a Genova:
Gabriella Diaz (Venezuela) legge Cocuyo Y Mora
Romi Fernandez (Cuba) legge Lo Zapaticos de Rosa
Maya (Russia) leggerà una fiaba in russo
Monica (Romania)
Valeria Repetto (Genova – Italia) legge “Il Filobus 75” di Gianni Rodari
Flora Balino (Genova – Italia) legge “Piccolo riccio non vuole dormire”
Mamme Narranti – Ci sarà una volta è un progetto straordinario ideato dal pediatra Andrea Satta, voce e anima dei Têtes de Bois. L’idea in sé è tanto semplice quanto toccante: raccogliere le storie che raccontano le mamme per addormentare i loro bambini, quelle che vengono tramandate di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, di cuore in cuore. Mamme narranti– Ci sarà una volta tour, è nato a partire dall’”esperimento” che la fertilissima mente di Andrea Satta porta avanti da sette anni nel suo ambulatorio in cui, una volta al mese, invita le mamme di tutte nazionalità a una merenda per raccontare la favola con cui si addormentavano da piccole, sotto altri cieli, lontani nello spazio e nel tempo, al fine di creare conoscenza e coesione sociale a partire dalle basi, da un elemento dolcissimo che tutti condividiamo. Questa esperienza – raccolta da Andrea Satta in due libri: Ci sarà una Volta (Infinito Edizioni) e Mamma, quante storie! edito da Treccani con le illustrazioni di Sergio Staino e Fabio Magnasciutti – porta già in sé l’idea di crescita, allargamento e germinazione.
MAMME NARRANTI – CI SARA’ UNA VOLTA
LA GENESI DI UN PROGETTO STRA-ORDINARIO
Andrea Satta dicevamo. Il suo ambulatorio alle porte di Roma ha, fra le proprie assistite, un nutrito numero di mamme provenienti da diversi paesi. La voglia di queste ultime di ritrovarsi parte di una comunità e di ampliare i propri rapporti sociali lo spinge a un esperimento, rivoluzionario nella sua semplicità; aprire una volta alla settimana le porte del suo studio a madri e figli, facendole conoscere al di là dei convenevoli da sala d’aspetto, e facendogli raccontare le storie, le fiabe, con cui si addormentavano da piccole, sotto altri cieli, lontani nello spazio e nel tempo.
Perché l’immigrazione è una realtà. Non è cosa degli ultimi decenni, non è solo un “problema” tra il ricco occidente e i defenestrati del resto del mondo. E’ qualcosa che affonda le radici nella natura stessa dell’uomo. Ha millenni di storia. Tutto il mondo conosciuto ha subìto invasioni, flussi immigratori di interi popoli che si muovevano alla ricerca di migliori condizioni di vita, cacciati dalle proprie terre a causa di povertà, calamità naturali, guerre, conquistatori senza scrupoli che in nome del potere e del denaro hanno sottomesso, oppresso, ucciso milioni di persone, azzerandone culture, lingue, tradizioni. Oggi come ieri, ieri come oggi. E’ cambiata la velocità di trasmissione delle informazioni, non l’atrocità; si è moltiplicata l’indignazione, rapida come un tweet, ma anche l’egoismo e l’intolleranza.
Abbandonare la propria terra significa anche impacchettare i propri ricordi, le proprie tradizioni, la propria identità, nella sottilissima speranza che tutto ciò possa essere riportato alla luce, possa respirare nuovamente.
MAMME NARRANTI è proprio questo; è la memoria messa in condivisione, è il sorriso di bambini ora adulti trasmessi ai figli, propri e non, attraverso una favola. E’ (ri)scoprire la vita, le famiglie, i racconti orali, i cieli stellati di decine di altri paesi. Qui non ci sono confini geografici o culturali. Gli unici ammessi sono quelli della fantasia.
ANDREA SATTA parla di MAMME NARRANTI – CI SARA’ UNA VOLTA
“Mamme narranti – Ci sarà una volta, favole e mamme in ambulatorio. Nasce dall’esperimento che vivo nel mio ambulatorio di pediatra di base. Da sette anni, invito e accolgo mamme e papà a raccontare la favola con cui si addormentavano da piccoli a casa loro. Mamme e papà che provengono da molti paesi del mondo e raccontano nella loro lingua e nell’italiano che conoscono.
Una sera che l’ambulatorio era al termine e stavo per chiudere, arrivò una mamma straniera e mi fece: “Andrea, sono qui da otto anni e mi sento sola, ho le stesse amiche di quando sono arrivata in Italia. Qualche parola la scambio qui nel tuo ambulatorio e quando aspetto fuori della scuola che mio figlio esca”. La mamma se ne andò e, dispensata qualche frase di circostanza, rimasi con mille pensieri in testa. Così, un paio di giorni dopo, nella sala d’aspetto dell’ambulatorio appesi un foglio con cui invitavo le mamme a farci conoscere qualcosa di bello e di tenero della loro vita. Per esempio, come si addormentavano da piccole.
Agli stranieri, se non li si ignora, al massimo si chiede di far conoscere la pagina del dolore, quella dell’amore e della tenerezza, raramente. Ero però moto preoccupato della riuscita della cosa e comprai, e me ne vergogno ancora, tutto quello che un bravo pediatra non consiglia, bevande gassate e dolciastre, patatine e altre cose ben poco raccomandabili, ma volevo attirare i bambini, non volevo che l’esperimento fallisse, temevo il flop.
Ma le mamme mi sorpresero… più fiduciose in me di quanto io lo fossi in loro e si presentarono numerose in quel primo pomeriggio e poi, quando comparvero i biscotti palestinesi, i cous cous, le bon bon del Belgio, le frittate e le schiacciate romene e calabresi, altri piatti albanesi, capii che ce l’avevamo fatta. Così, da allora, un giorno al mese, spesso di lunedì, il nostro ambulatorio di pediatria di base diventa un luogo di incontro. Da tutto questo è nato e sta crescendo un sentimento di comunità e le mamme, dismessa la diffidenza, cominciano a frequentarsi, ad aiutarsi. In certi contesti si passa molto tempo soli, con pochi soldi, poche parole a disposizione, distanze complicate, poca mobilità, in assenza di rete sociale.
“We’re not going back!”. Noi non possiamo tornare indietro. Non possiamo perdere secoli di percorso verso la sensibilità. Non possiamo far governare il mondo dal profitto. Non possiamo tollerare che vengano calpestati i diritti umani, ovunque e per qualunque ragione. In risposta a qualunque orrore, non lo dobbiamo tollerare. L’immigrazione è un fenomeno epocale, inevitabile, inarrestabile. Interpretarlo e viverlo con tutto quello che succederà è quello che si può fare. Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri il prezzo da pagare è sfruttamento e guerra. C’è da costruire un mondo delle “cose messe in comune”. Le storie, le origini, i saperi, il consumo di suolo, le piante, quello che basta, l’energia, quella che è necessaria. Di questi valori può essere testimone un pediatra.
Il pediatra di base è al centro di una comunità.
L’ambulatorio non è la sede di un partito, non è chiesa di alcun tipo e può essere, in qualche modo, anche un presidio culturale.