MASSARONI PIANOFORTI “NON DATE IL SALAME AI CORVI”
“NON DATE IL SALAME AI CORVI”
IL NUOVO DISCO DI
MASSARONI PIANOFORTI
(2014 – ETICHETTA: MUSICRAISER / DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL)
L’uscita del disco è stata anticipata dal singolo FERIE D’AGOSTO presentato in anteprima su Repubblica.it e in rotazione su RADIO2 RAI
QUI LA PRESENTAZIONE DI REPUBBLICA.IT
QUI IL VIDEO DI “FERIE D’AGOSTO” SU REPUBBLICA.IT
“Non date il salame ai corvi” è il secondo lavoro in studio del talentuoso e ispirato cantautore Gianluca Massaroni, il primo con il nome d’arte MASSARONI PIANOFORTI, che trae origine dalla ditta di famiglia in cui Gianluca lavora (è addetto all’accordatura dei pianoforti). Il nuovo disco è stato possibile anche grazie al finanziamento ricevuto attraverso Musicraiser.it, la prima e più diffusa piattaforma di crowdfunding in Italia fondata da Tania Varuni e Giovanni Gulino (Marta sui Tubi). Massaroni è talmente piaciuto che Musicraiser ha deciso di proseguire il lavoro con lui producendogli il disco come etichetta discografica, avvalendosi della distribuzione di Universal.
Musicista con alle spalle una partecipazione – e una vittoria del Premio della Critica come miglior testo – a Musicultura 2006, esordisce discograficamente nel 2009. Il suo stile elabora la lezione di grandi cantautori italiani del passato, con una freschezza musicale di forte impatto.
“Non date salame ai corvi” contiene undici brani + uno (ghost track) in cui si definisce il percorso di un cantautore dalle grandi potenzialità, capace di emozionare e far sorridere insieme, in cui l’ironia cela uno sguardo lucido sulla vita e le sue contraddizioni.
MASSARONI PIANOFORTI – NON DATE IL SALAME AI CORVI
TRACKLIST E GUIDA ALL’ASCOLTO
- Una buona occasione
- Carlo
- Alla fermata del 33
- Provinaciale
- I giorni si avvicinano
- La dama bianca
- Ferie D’agosto
- Il tuo uomo
- Ornella
- Lavanderia a gettoni
- Come due amanti + Finale (Ghost Track)
UNA BUONA OCCASIONE Un’occasione capitata e inaspettatamente perduta. Un obiettivo quasi raggiunto ma ancora lontano dal concretizzarsi. Questo è il disagio che ti porta a non avere più un contatto con la realtà ed è per questo che mi chiedo che giorno sia. Tutto pare sospeso nel tempo anche se i giorni inevitabilmente passano e sembrano distanti anni luce dal realizzarti come individuo.
CARLO (il passato è passato) In quel periodo abitavo in un garage che sarcasticamente avevo ribattezzato Moncolocale. Alle 5 del mattino sento suonare il citofono o meglio, tutti i citofoni del condominio in cui alloggiavo. Fuori, un ragazzo che gridava “Carloooooo” prendendo a calci il cancello e scuotendolo per farsi sentire. Era in evidente stato di ebbrezza e i condomini incominciavano a spazientirsi minacciando di chiamare le autorità se non l’avesse piantata di fare tutto quel baccano. Bene, quel “Caaaarlo” da quel giorno non se ne andò più via dalla mia testa e suonava già come un Incipit per raccontarne una storia tutta Sua.
ALLA FERMATA DEL 33 Il “33” era il Tram che prendevo per andare a provinare le mie prime bozze di canzoni da Maurizio D’Aniello (co-autore di questa musica). Era il mezzo per raggiungere il lieto fine. Il desiderio e l’illusione che ti accompagna verso il sogno ad occhi aperti da realizzare. Dopo anni e anni di sacrifici e voli pindarici tra il “Ci siamo quasi” e il “E’ tutto da rifare” mi sono ritrovato a fare i conti con il matematico dell’ambizione che non sempre tornano come si vorrebbe.
PROVINCIALE Nato in una città di provincia e non me ne vergogno affatto. Spesso viene usato questo termine per denigrare qualcuno ma non in questa canzone. Anzi, grazie a questo “isolamento” o allontanamento dalle grandi e trafficate “metropoli italiane”, sono riuscito ad avere una visione più obiettiva di ciò che mi gira intorno. E’ una romantica invettiva contro questa attuale società che non ne va a capo di niente e si, contro l’Uomo ovvero noi stessi che ci lamentiamo di continuo di tutto, di vario ed eventuale ma che deleghiamo sempre qualcun altro quando ci viene chiesto di fare qualcosa per migliorarla. Forse è solo una questione d’impotenza sociale la nostra, anche se “facciamo la coda alla banca del seme per fabbricarci l’eternità”…
I GIORNI SI AVVICINANO La fine di una relazione o forse è solo un “temporale estivo” che passerà. Accettare tutto questo per riprendere un cammino individualista che si era momentaneamente interrotto o forse egoisticamente abortito per l’incapacità di sostenerlo.
LA DAMA BIANCA Non può non venire in mente l’amante di Fausto Coppi anche se questo brano nasce per altre coincidenze che non lo riguardano affatto. Il primo su tutti è che ho abitato per un anno in un appartamento dalle pareti a quanto pare sottilissime e che confinava con una vicina poco accomodante. Una colombiana per l’esattezza che non trovava di meglio da fare che picchiare pugni sul muro appena accennavo un arpeggio di chitarra seppur suonato a bassissimo volume.
FERIE D’AGOSTO Mi sarebbe piaciuto scrivere, come un’intramontabile leva cantautorale italiana del passato, un pezzo per l’Estate alla Gino Paoli. Oppure creare uno stornello ironico come quello della strepitosa Gabriella Ferri, Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare. Ma oggi, quanti di noi se le possono ancora permettere, queste vacanze spensierate che tutti ci meriteremmo? Quanti di noi le stanno saltando nuovamente a piè pari?
IL TUO UOMO “…ma sono solo un uomo e un uomo è il suo lavoro” come a giustificare la continua e quotidiana assenza che ci porta a stare lontani dai nostri affetti più cari. Spesso per un impiego che non ci realizza o che ci porta a pendolare su dei treni alienanti, assonnati, accaldati, striminziti, sporchi dove il viaggio è quasi sempre così estenuante e demotivante da non riuscire nemmeno più a gioirne per il ritorno a casa.
ORNELLA Si è Lei, Ornella Vanoni. Rimango rapito da una sua intervista e a un certo punto se ne esce così: “ …oggi io parlo con Gesù”. A questo punto mi si era già messo in moto il desiderio di scriverci sopra qualcosa di fortemente sarcastico. Riscrivo la Bibbia riportandola a una mia personalissima visione dell’attualità con un Giuda stupratore di pecore, un Pietro vigliacco, gli apostoli spacciatori di coca che sfruttano i poteri sovrannaturali dell’ignaro Figlio di Maria e un Barabba anarchico che si salva (secondo voi, non era nei piani di Gesù anche quest’ultimo miracolo?) dalla forca per aver ucciso un servo di Partito. Nel finale cerco di umanizzare ancor di più la figura di questo nostro “primo indiscusso rivoluzionario”, parafrasando Fabrizio De André, con quel suo esasperato ultimo pensiero rivolto ad un Padre che in vita non è riuscito mai a incontrare.
LAVANDERIA A GETTONI Nasce dentro una lavanderia a gettoni mentre osservavo i capi dentro l’oblò farsi un giro di valzer ma è solo un “inizio pretesto” per parlare di altro. Vivevo un periodo di stallo, di attese e di aspettative che si rimandavano di giorno in giorno senza mai trovare una “quadra” al mio sempre più impaziente divenire sia artistico che umano. La strada “tra l’Esse lunga e l’Upìm” era la solita che percorrevo in bici o “in sella a un catorcio andato” per andare a lavarmi i panni sporchi e solitamente trovavo un capannello di studenti ad aspettare il Tram che li riportasse a destinazione dopo una giornata di studio. E’ proprio a quest’ultimi che io intendo rivolgermi specie quando canto “almeno fossi capace di cambiare strada ma in fondo non mi dispiace e vada come vada, non dovrò renderne conto se non a me” come a volerli proteggere da quel domani che nella peggior ipotesi dei casi incontreranno e che in questo momento sta facendo a pugni con le ambizioni del sottoscritto. Essere padroni e responsabili del proprio cammino lo considero già un grosso privilegio, al di là dei risultati ottenuti o di quelli caduti nel percorso a ostacoli della vita.
COME DUE AMANTI Da quel giorno, persiane chiuse e qui mi fermo con la spiegazione del brano.
FINALE – (ghost track) – Finale Ligure per l’esattezza. Ci sono capitato un paio di Estati ma solamente perché ospitato. E’ una canzone che non si fà problemi del folto minutaggio ma che anzi, ne è parte integrante per sottolineare il tedio estivo e ripetitivo che comporta una vacanza vissuta in famiglia e soprattutto per famiglie. Una descrizione dettagliata della routine di quei giorni, della mia fobia per l’acqua alta, di final Borgo, di Chiesa che è una rinomata pescheria di Finale, dell’Aurelia che divideva la nostra pensione dalla zona pedonale del centro e si, della stanza affittata a caro prezzo da chi mi ha ospitato con un evidente copri tazza del water in avanzato stato di decomposizione.