INTERIORS – PLUGGED

6 Dicembre 2016

INTERIORS – PLUGGED

2 DICEMBRE 2016

Brutture Moderne distr. Audioglobe)

“Plugged”, è il secondo album degli Interiors in uscita il 2 Dicembre per la label romagnola Brutture Moderne di Francesco Gianpaoli, registrato e masterizzato da Roberto Passuti allo Spectrum Studio di Bologna.

“Plugged” è un viaggio suddiviso in 14 tracce, che parlano di connessioni e d’interconnessioni e di come mondi apparentemente lontani si influenzino, talvolta senza saperlo. E’ un lavoro che narra in musica di lontananze e di spaesamenti, di paesaggi onirici e mense cosmiche, di viaggi immaginativi e di presenza consapevole. Nel tracciato dell’album risuonano voci che chiamano da lontano, come se un’antenna parabolica captasse le frequenze di questo mondo e dell’infinito spazio che lo circonda, e voci vicine e sussurranti.

Suoni di legno, corde sfregate di un violino, suoni di basso, voci, morbidezza e acidità mescolate con percussioni sintetiche e sussulti ritmici. Le melodie fanno decollare ancor più l’incalzare ritmico che sostiene tutto l’incedere dell’album, ne costituisce l’ossatura e il cuore sotterraneo, per un inventario di sogni e di utopie possibili, in una carrellata di suoni che provano a connettere il passato, il presente e il tempo che verrà.

La psichedelia, il dub, la folktronica, il funk, il nujazz, l’ambient potrebbero essere alcuni dei riferimenti stilistici evocati dall’ascolto del nuovo lavoro degli Interiors. Qualcuno nel loro caso ha parlato di “dub da camera”, ma probabilmente il range di questo album allarga lo spettro a definizioni meno precise, a incasellamenti più laschi e permeabili.

“Plugged” è il frutto dell’interazione tra gli strumenti di Valerio Corzani (voce, basso elettrico, cutup elettronico e app per lpad e Iphone) e quelli di Erica Scherl (violino, tastiera, effetti e looper). Un’alchimia che ha cementato in studio un lungo lavoro di “definizione” dei brani: spesso testati dal vivo, in alcuni casi frutto invece di una intensa preproduzione e di un lavoro sfrenato di campionamento e cut up.

La sostanza di questo secondo lavoro si arricchisce anche del preziosissimo contributo di un manipolo di amici/musicisti: un parterre di voci – Serena Fortebraccio, Boris Savoldelli, Barbara Eramo – oltre alle chitarre di Massi Amadori e Mauro Campobasso e alla tromba di Giorgio Li Calzi.

INTERIORS “PLUGGED”

1 – Hippysm 3:21

2 – Cosmic Breakfast 4:48

3 – Pulsing Smoke 5:35

4 – Be Be Sea 5:01

5 – Fabrique 1:13

6 – Disaffection 6:09

7 – Cloudspotting 3:04

8 – Barricades 4:32

9 – What Time is it? 5:19

10 – Bass Desires 5:40

11 – Slowcore 5:17

12 – Scratch 3:53

13 – Limelight Blues 4:30

14 – Soundtrack For a Christmas Tree (Redux) 6:30

Lyrics by Valerio Corzani

Music by Valerio Corzani ed Erica Scherl except for “Fabrique”(Valerio Corzani), “Limelight Blues”(Valerio Corzani) and “Disaffection (Valerio Corzani, Erica Scherl, Serena Fortebraccio)

Performed by: Erica Scherl: violin, electric violin, effects, keyboards

Valerio Corzani: electric bass, ipad & iphone apps, electronic cut up, voice on track 3,6,8,10

Serena Fortebraccio: voice on tracks 3,6,8

Barbara Eramo: voice on track 7

Boris Savoldelli: voice on track 12

Giorgio Li Calzi: trumpet on track 9

Mauro Campobasso: guitar on track 8

Massi Amadori: guitar on track 3

Radio3 Rai Musica3’s Staff: voices on track 9

Rosetta Comet Signals: intro sounds on track 2

Recorded, Mixed (with the assistance of Simone Carta) and Mastered in Spectrum Studio (Bologna) by the bigbigbig Roberto “barefooted” Passuti.

The voice of Serena Fortebraccio is recorded in Sorriso Studios by Tommy Cavalieri

Coverphoto: selftimer by Valerio Corzani and Erica Scherl (Interiors at Barbican Centre, London)

Booklet Photos by Valerio Corzani (Installations at Barbican Centre, London) and © DIANE | ilariascarpa | lucatelleschi (Portrait of Interiors on a mobile studio during Bellaria Film Festival 2016)

Italian Booking: Wake up and Dream di Marco Stangherlin – info@wakeupandream.net

European Booking: Second to the Left di Marisa Segala – marisa@clickandroll.com

Press Office: Big Time – pressoff@bigtimeweb.mywp.it

“PLUGGED” brano per brano

1)Hippysm

E’ un brano che si regge completamente su un arpeggio di basso e sulla melodia del violino. A un certo punto entra un hang che Valerio suona da un app su Ipad, ma il sapore del brano resta quasi bucolico e un po’ psichedelico. Come una piccola bolla di leggerezza un po’ freak, come una foto virata arancione e come il senso di pace che ti prende quando ti stendi dopo un bagno in una spiaggia deserta.

2)Cosmic Breakfast

Questa “colazione cosmica” si apre con il brusio sorprendente dei segnali raccolti dalla cometa Rosetta. Una sorta di codice sonoro rimbalzato sulla terra da una sonda che quella cometa l’ha “cavalcata” fino a poche settimane fa, subito prima di andare a deflagarcisi addosso. E’ un brano danzante e sereno che secondo noi mette di buon umore. Quel che ci vuole al mattino, anche se si fa colazione in astronave…due assoli – uno di basso elettrico e uno di tastiera – ne puntellano sostanziosi passaggi, mentre piano elettrico (Erica) e un’altra app da Ipad, l’Orphion (valerio), si palleggiano le responsabilità melodiche.

3)Pulsing Smoke

Il primo brano non strumentale dell’album è di nuovo un’avventura un po’ lisergica. Le visioni alterate di chi ballonzola dopo aver fumato un joint e si prepara ad affrontare il caos incombente semplicemente ignorandolo. L’andamento dub viene cavalcato da violino, basso e da due ospiti che sono per Interiors anche fedeli compagni di viaggio: la voce di Serena Fortebraccio che fa il controcanto in inglese allo spoken word di Valerio e la chitarra elettrica di Massi Amadori che mette i suoi ghirigori durante il brano e sfodera un assolo micidiale. Un crocevia chitarristico che prefigura le inquietudini noise che il brano esibisce poi nel finale. L’apocalisse è dietro l’angolo, ma nel frattempo ci rilassiamo.

4)Be Be Sea

Un gioco di parole “BBC”/“Be Be Sea” che è anche un piccolo omaggio al nostro primo album (che si intitolava “Liquid”). C’è molto “taglia e cuci” in preproduzione in questo brano costruito su brandelli di rap, su cantilene fanciullesche e su un groove molto “spiaggesco”. Anche qui l’“oasi di pace” viene introdotta e chiusa da porzioni di inquietudine. Una sorta di martello da fabbro (o di martello pneumatico) che scandisce l’ingresso e il finale. “Essere mare” è comunque un invito così interessante da non lasciarsi scoraggiare neppure da queste intromissioni.

5)Fabrique

Un brano su commissione. Alessandro Casetti, pittore e scultore, artista materico, ha chiesto a Valerio di comporre un brano per un video che illustrava il suo lavoro. L’artista aveva specificato anche la durata del brano e la parabola di atmosfere che doveva disegnare. Fabrique è una piccola operina confezionata tramite un forsennato cutup.

6)Disaffection

Non potevamo mettere in scaletta una canzone d’amore e allora abbiamo deciso di metterne una sul disamore. Il violino di Erica introduce questa dolorosa e furente cavalcata antisentimentale, Serena Fortebraccio ci mette

il suo piglio vocale, il groove ritmico e le sferzate timbriche evocano certo dubstep, mentre Valerio, per una volta, anziché declamare, sfodera un grido lancinante e rissoso.

7)Cloudspotting

Questo brano etereo costruito sul canovaccio di un app inventata da Brian Eno (suonata da Valerio) e sui mormorii del violino di Erica si risolve tutto, dal punto di vista vocale, in una domanda che abbiamo affidato all’interpretazione di un’altra amica dall’ugola mesmerica: Barbara Eramo. La richiesta è quella di svelare un indirizzo sulle nuvole, la sensazione è che anche se non riceverà risposta quella ragazza continuerà a praticare il “cloudspotting” anche solo per il piacere di farlo.

8)Barricades

Un graffito. Una scritta intercettata su un muro di Bologna: “Stay on the Barricades for a Better Education”…è questo il preambolo, la genesi, di questo brano dall’andamento reggae-dub. Erica alterna e sovrappone piano elettrico e violini, Valerio ci mette il suo basso, la voce che scandisce lo slogan murale e qualche alchimia ritmica. Il resto lo fanno Serena con una perfomance davvero pregevole e le chitarre di Mauro Campobasso, che ha registrato per noi una moltitudine di tracce chitarristiche, dalle quali abbiamo potuto scegliere un florilegio di soluzioni solistiche, riff, accordi e pattern.

9)What Time is it?

Le voci che introducono e chiudono con una domanda ossessiva questo brano sono quelle dei colleghi di Valerio nella redazione musicale di Radio3. La tromba che cesella il percorso con un suono meditabondo e lunare è quella di Giorgio Li Calzi. La sezione archi di Erica ha un potere di suggestione melodica davvero strabiliante e il groove è di quelli che potrebbero andare avanti ad libitum, non fosse per la domanda ossessiva che insieme spezza e rilancia l’incanto: What time is it?

10)Bass Desires

Un brano che avevamo in cascina da un po’. Una specie di elogio del “basso”, da tutti i punti di vista – strumentale, timbrico, sociologico – calibrato sul groove ossessivo di una base recalcitrante. Il violino di Erica si intromette da par suo in questa specie di congrega di bassi istinti e basse sfere declamate dalla voce distorta di Valerio.

11)Slowcore

Cassa in 4 e pedalare: una soluzione anomala per noi che tendiamo sempre a confezionare ritmiche un po’ storte e stratificate. La deriva mainstream viene riscattata da una sezione d’archi che rincorre il beat con una sorta di polverosa e lirica indolenza e da un vocoder che ci racconta cose anche quando non viene interpellato. Abbasso l’”hardcore”, evviva lo “slowcore”!

12)Scratch

Boris Savoldelli ha una voce funambolica. Abbiamo pensato subito a lui quando si è trattato di affidare a un cantante maschile le parole di questo “graffio” degli Interiors. Il pezzo ha una sua “selvaggeria” regalata dalle melopee e dai gorgoglii di Boris, dal testo molto cattivo scritto da Valerio e dal riff di chitarra che ne scandisce l’andamento. Ma allo stesso tempo è un brano che ha anche una sua dolcezza romantica affidata a pianoforte e violino e ai loro incastri ricorrenti.

13)Limelight Blues

L’entertaiment e i suoi pericoli, le luci della ribalta (“Limelight”) e i suoi trabocchetti, il palcoscenico e i suoi blues, le voci e i contrasti che possono innescare. Ancora cut-up in preproduzione, un brano che nasce dal collage e che si è plasmato a strati.

14)Soundtrack For a Christmas Tree (Redux)

L’idea da cui si è partiti era quella di spazzare via “Jingle Bells”. Convincere più gente possibile a cambiare la musichetta che si mette sotto l’albero di Natale. Lo sappiamo è un’idea folle. Ma se non altro volevamo provare a incrinare il dominio di tante melodie moleste, logorate dall’esposizione efferata, affrancandoci dalle gioiose tiritere che ci ammorbano nel periodo invernale. Ne è venuto fuori questo “Soundtrack for a Christmas Tree” (https://www.youtube.com/watch?v=NKhZCn3qK-s&list=UU8ZL31F8ORLMZr0uFHW60Bg), un trip sonoro di quasi venti minuti (nell’album in versione redux, di “soli” sei minuti e trenta) con qualche sfrigolio da carillon natalizio e molta della psichedelia elettroacustica che ci piace attraversare da sempre. In questo lungo soundtrack strumentale ci sono violini elettrici pizzicati, effettati, sfregiati e messi in loop, ci sono bassi profondi e bassi noise, ci sono bicchieri suonati con l’iPhone e voci paradisiache (o più probabilmente purgatoriali), ci sono “palmas” flamenche trasformate in carri cigolanti e ci sono carri cigolanti trasformati in beat strascicati.

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