HANNO SCRITTO DI “DRUGSTORE” DI DISCOVERLAND
HANNO SCRITTO DI DRUGSTORE DI DISCOVERLAND
“Drugstore” è stato inserito nella programmazione di Radio1 e Radio2 ed è stato presentato nel GR rai e in trasmissioni radio di qualità, live e intervista, come:
– Radio 2 Social Club il 24 maggio 2016
http://www.radio2socialclub.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-a8a9ce93-cdbc-4587-a247-552d216e3ef4.html#p=0
– Radio 1 King Kong il 10 maggio 2016
http://www.kingkong.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-3586206d-ae95-46e1-a52f-7ef12c74c565.html
– Radio 7 Live Era Ora il 9 maggio 2016
http://www.radio7.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-a752314c-73ae-4911-a3f0-f1d2df72456d.html
“Ci han preso gusto Pier Cortese & Roberto Angelini a riscoprire (qui in chiave folk country) pezzi che hanno alimentato le loro playlist. In questo disco a suon di banjo, ukulele e coretti, rivestono classici come “I still haven’t found what I’m looking for” che vira verso i Queen, “Lucy in the sky with diamonds”, “Stayn’Alive” o “La cura” (molto bello)”
Sette del Corriere della sera, recensione del 3 giugno 2016
“Trattate con la stessa libertà riservata agli standard, anche le grandi cover del rock e del pop possono riservare sorprese. Il tradimento da parte del gioco e le possibilità sono infinite. […] Il gioco riesce anche grazie all’impegno di diversi strumenti poco ortodossi. In “Drugstore” convivono l’iPad e la Weissenborn, il vocoder e la lapsteel, il basso synt e la 808 Roland. Il tutto condito da una gioiosa libertà d’espressione”
L’Espresso, recensione di Alberto Dentice del 26 maggio 2016
“Per un artista, ma in questo caso si tratta di un duo, non c’è prova più difficile di un album di cover, magari di canzoni scelte tra i titoli di maggior successo di grandi nomi del rock, della disco o della canzone d’autore variamente intesa. Dopo il primo capitolo i Discoverland di Pier Cortese e Roberto Angelini affrontano nuovamente la sfida con il giusto approccio e stupisce anche in questo loro secondo capitolo la sicurezza, che quando come nel loro caso non travalica il limite dell’arroganza è un sicuro indice di padronanza stilistica (dunque anche culturale) rispetto alla materia che si è deciso di far propria. Perché è indubbio che spesso le canzoni ne escano stravolte, al limite dell’irriconoscibile. E uno dei piaceri dell’ascolto di questo album sta anche nell’indovinare il brano, o meglio nella sfida (sulla sfida) di anticipare quanto più possibile la scoperta dell’originale.”
Repubblica.it, recensione di Carlo Moretti del 19 maggio 2016
“Il video bucolico nel fienile (Stayn’Alive) è stato un grande antipasto. Ma il Drugstore della premiata coppia Piercortese/Angelini regala tante sorprese, utilizzando un’ampia gamma di strumenti (vocoder, lapsteel, basso synth, la 808). E senza timori rivisitano capolavori come “La cura” di Battiato sfrondata dall’enfasi orchestrale, “I Still Haven’t Found…” degli U2 con tanto di armonizzazione finale su “Somebody to Love” dei Queen. Ma il colpo di genio è l’arrangiamento elettronico psicadelico con cui trattano “All Apologies” dei Nirvana. Da culto.”
Il Manifesto, Alias, recensione del 18 giugno 2016
“Otto meravigliose riletture di brani che hanno fatto la storia mondiale della musica, fra i quali un indedito, “Il pusher”, scritto da Pier Cortese con la collaborazione del collega Leo Pari […] vanno a ripercorrere e scandagliare un immaginario musicale fantasioso ed accattivante, che ruota intorno al perno di una revisione folk, attraversata da schegge di rock e pop, incrementate dalle variegate influenze musicali che sia Angelini e sia Pier Cortese hanno saputo riadattare a brani impegnativi ed importanti.”
L’Unità, recensione di Francesca Amodio del 13 giugno 2016
“Otto le cover scelte e completamente rimaneggiate, da renderle quasi irriconoscibili […] più un brano scritto da Pier Cortese con Leo Pari”
L’Arena, intervista del 21 maggio 2016
“Tecnicamente parliamo di cover in realtà molto di più. Perché dentro “Drugstore” troviamo sì 8 dicasi otto rifacimenti di classici del rock, della disco, del pop, ma completamente rimaneggiati”
Il Manifesto, intervista di Stefano Crippa dell’8 giugno 2016
“Si tratta ovviamente di un divertissement, ma di quelli intelligenti, garbati e di buon gusto; superata ogni pur comprensibile riserva sul progetto, è scontato o quasi che all’ascolto si accompagneranno sorrisi di sorpresa e di approvazione”
Blow Up, recensione di Federico Guglielmi – giugno 2016
“”Discoverland” è un jukebox “taroccato” da due folli – Pier Cortese e Roberto Angelini – , un catalogo di mostriciattoli musicali imprigionati dentro uno di quei giocattoli di plastica, legno, bit e metallo con i quali i bambini imparano a riconoscere i colori e i numeri, i versi degli animali e i nomi delle cose. Qui da imparare c’è che ogni canzone può rinascere con contorni e fisionomie sonore del tutto diverse da quelle che aveva. Trucchi, magie, prestidigitazioni: chiamateli come volete. Anche oltraggi, se siete permalosi, le sorprese sono assicurate e il gioco, perché di questo si tratta in fondo, funziona.”
Rockerilla, recensione di Elio Bussolino – giugno 2016
“[…] Metabolizzate le canzoni, le hanno vestite di folk e follia, rovesciandone l’umore. […] Si invertono maggiori e minori, si traduce in lo-fi disco una ballata dei Verve, si denuda “Killing in the Name” innestandola con “The Time Warp”. E poi ci si prende anche il tempo per un inedito, scritto da Cortese con Leo Pari.”
Rumore, recensione di Barbara Santi – giugno 2016
“Pier Cortese e Roberto Angelini selezionano 9 canzoni famosissime, cambiandone completamente i connotati, come già successo all’epoca dell’esordio omonimo del 2012. Scommessa vinta, in definitiva, senza dubbio alcuno.”
Rockit.it, recensione di Faustiko Murizzi del 5 luglio 2016
“Che di progetti legati alle cover ne circolino fin troppi, e che alcuni di essi siano semplicemente grotteschi, è faccenda che ora non interessa; in questa sede si parla di visioni creative e di eccellenze”
Fanpage.it, recensione di Federico Guglielmi del 15 giugno 2016
“Allora si capisce come sia stato divertente parlare di questo lavoro pieno di strumenti analogici e digitali insieme. Con la voglia di rimescolare le vecchie carte vincenti con le nuove ancora da giocare. E questo merita plauso, perché la musica deve saper prendersi poco sul serio per divertirsi e far divertire.”
Vivalowcost.com, recensione di Marco Pancrex del 10 luglio 2016
“Il duo romano invece dimostra ampia padronanza artistica e stilistica delle proprie riletture, creando altresì una sorta di sfida con l’ascoltatore, il quale è invogliato ad indovinare quali pezzi siano stati interpretati.”
Fanpage.it, intervista di Angelo Andrea Vegliante del 30 giugno 2016
“I pezzi proposti sono spesso un’altra cosa rispetto agli originali, sono rielaborazioni radicali, azzeccate, arrangiate con classe e rispettose degli autori. Assieme, in questo progetto, due fuoriclasse del cantautorato italiano, talvolta sottovalutati”
Distopic.it, recensione del 10 luglio 2016
“La tecnica e il talento per realizzare un lavoro di tutto rispetto non mancano affatto: le tracce del disco, che si prefiggono l’obiettivo di eguagliare almeno il livello degli originali, suonano come nuove, brani inediti, creati da zero. Arrangiamenti originali, ricercati, che mirano ad interpretare gli originali in una chiave diversa, ma sempre adatta alla base e al contesto di partenza.”
Musiccoasttocoast.it, recensione di Sergio Mario Ottaiano del 21 maggio 2016
“L’idea, del tutto vincente, è stata quella di rivisitare in chiave country-folk-wave, molti dei successi nazionali ed internazionali che hanno accompagnato i momenti salienti della vita del duo e di tutti noi, dandogli così nuovo lustro in una veste originale e credibile”
Qubemusic.it, intervista di Marta Croce del 16 giugno 2016