CRISTINA DONA’ “COSI’ VICINI”
CRISTINA DONA’
“COSI’ VICINI”
(Quibaseluna / Believedigital)
“Così vicini” è una necessità, il bisogno di ritrovare un’intimità perduta, la stessa di quando si guarda qualcuno dritto negli occhi. E’ il desiderio di esplorare ciò che siamo di fronte ai nostri sentimenti, ai nostri ricordi come di fronte a chi ci sta accanto, sia esso una persona, un paesaggio, un sentimento, un Dio. C’è la voglia di osservare con uno sguardo nuovo il nostro mondo interiore nel tentativo di comprendere, crescere, migliorare ma anche di esorcizzare i propri demoni. Un modo per dare valore alla nostra parte “umana”.
Il filo rosso è la conversazione a due, dove l’altro può essere un figlio, la persona amata, un amico, un paesaggio, qualcosa o qualcuno verso cui tendiamo e che desideriamo sia vicino a noi, nel bene e nel male. E’ una conversazione intima, privata, a voce bassa per dirsi l’amore ma anche la crudezza della vita, dove si prova a condividere senza sovrapporsi. Un esercizio che ci insegna a rispettare la natura dell’altro.
Questo avvicinamento che tende al micro è un modo per riconoscere che non si è mai arrivati davvero: essere “così vicini” a qualcosa o a qualcuno presuppone che vi sia ancora strada da fare, e ce ne sarà sempre perché il desiderio di capire apre continuamente nuove porte e inedite prospettive.
CRISTINA DONA’
racconta il suo nuovo album
“COSI’ VICINI”
LE CANZONI
COSI’ VICINI
“La mente mia ritorna a quegli occhi bambini, a giorni liberi così felici. (…) Rivedo nei tuoi occhi la verità che c’era, quel nostro vivere la vita intera. (…) Tutto è possibile se stiamo vicini, così vicini.”
Il ricordo di un’ epoca che sembra lontana anni luce, un’epoca amata, dove pareva esserci spazio e tempo per ogni cosa. Dovetutto sembrava possibile. La memoria di un’infanzia, la mia come quella di tanti, vissuta in un momento in cui l’umanità sembrava in grado di avere uno slancio permigliorarsi. Il racconto di un’amicizia che dura nel tempo, nonostante il tempo. Una riflessione su quanto sia ora importante guardarsi dentro per capire dove andare.
IL SENSO DELLE COSE
“Il senso delle cose si nasconde dietro alle persone. Il senso delle cose si racconta con parole silenziose”.
La ricerca del significato profondo di ciò che accade, al di là delle apparenze. La voglia di una nuova consapevolezza.
IL TUO NOME
“Ho chiesto di te alle foglie cadute, alle ombre allungate sui miei passi senza direzione. (…) ed ho capito che mi basta il tuo nome per far esplodere le rose su questo balcone”.
Quando un amore perduto ha ancora il potere su ogni singola cosa che ci circonda.
CORRI DA ME
“Corri da me che i pianeti si spostano e prima o poi sposteranno anche noi”.
L’invito a dichiarare i propri sentimenti alla persona amata prima che sia troppo tardi, prima che i pianeti decidano per noi.
SIAMO VIVI
“Da quanto non ti fermi, da quanto tempo? Da quanto non ascolti il tuo silenzio”.
Il bisogno di fermarsi ad ascoltare il nostro silenzio e la paura di trovarsi di fronte ad un vuoto che non siamo più abituati a leggere. Sentirsi vivi e goderne, a prescindere da tutto.
PERPENDICOLARE
“E’ così che ti sento perpendicolare a me, avvitato nelle ossa, forte nel restare”.
La perpendicolarità come simbolo di perfezione, di equilibrio e di profondità. L’amore descritto nella sua parte più sacra così come quella carnale. L’amore verso un figlio che nasce dalla carne, dalla tua anima e lì rimane.
L’IMPREVEDIBILE
“L’imprevedibile è quello che non sai di avere, incalcolabile energia”
L’imprevedibilità degli eventi dimostra la nostra piccolezza davanti alla presunta capacità di prevedere. L’evento imprevedibile, ciò che ci sconvolge contro la nostra volontà, porta spesso nuova linfa e un nuovo modo di guardare il mondo, se siamo in grado di vivere l’inaspettata possibilità.
L’INFINITO NELLA TESTA
“Elementare se ci pensi, noi che siamo niente, divinamente nello spazio e nel tempo”.
Sdraiarsi su un prato in un giorno limpido di sole e sentire l’universo. Provare a vivere il concetto di “Infinito” con la leggerezza del volo di una rondine.
LA FAME (DI TE)
“Ti penso e non è solo il pensiero, è fame di te”
Il desiderio che trasforma il pensiero in necessità fisica.
SENZA PAROLE
“Mi piace venirti a guardare dall’alto della collina, i prati diventano mare e l’ultima luce trema. Com’è che tu poi mi lasci sempre senza parole?”.
La mia dedica d’amore al territorio in cui vivo, e non solo. Alla stravolgente forza del paesaggio a cui apparteniamo. Un momento di estasi vissuto al tramonto in uno dei luoghi vicino a casa dove mi reco spesso a passeggiare, a pensare, a scrivere.
CREDITI
Parole : Cristina Donà (eccetto “Così vicini” di Cristina Donà e Saverio Lanza)
Musica : Cristina Donà e Saverio Lanza
Cristina Donà:
voce, cori e alcune chitarre acustiche.
Saverio Lanza:
chitarre, basso, pianoforte, programmazioni, cori.
Fabrizio Morganti:
batteria su “Così vicini”, “Il senso delle cose”, “Corri da me”, “Perpendicolare”, “L’imprevedibile”, “Senza parole”.
Piero Monterisi:
batteria su “Il tuo nome”, “Siamo vivi”, “L’infinito nella testa”.
Cristiano Calcagnile:
batteria su “La fame (di te)”. Percussioni su: “Così vicini” triangolo, cembalo e cabasa. “Il tuo nome” campanaccio e cembalo. “Perpendicolare” campanaccio, glockenspiel e DrumTableGuitar. “La fame (di te)” DrumTableGuitar. “Senza Parole” tamburo tunisino, carrube, campana tibetana, shaker.
Simone Santini:
sax contralto su “Così vicini”, “Corri da me”, “L’imprevedibile”.
Fiati e archi scritti da Saverio Lanza.
Prodotto e arrangiato da Saverio Lanza.
NOTE
Saverio Lanza (Firenze 1970), musicista, ha studiato Composizione e Pianoforte al Conservatorio di Firenze dove si è diplomato in Strumentazione per Banda e Direzione d’ orchestra. Tra i suo lavori ” Ce l’hai una sigaretta?” (2003), un disco-progetto con le voci degli homeless registrati per strada, e “Madrelingua” (2007), disco in cui i canti delle donne immigrate offrono lo spunto per una ricerca sui concetti di intonazione e di estemporaneità. Ha lavorato come produttore, arrangiatore, chitarrista e pianista in studio e live per importanti artisti Italiani (Cristina Donà, PGR, Bugo, Sarah Jane Morris, Piero Pelù, Irene Grandi & Stefano Bollani, Arisa) ed ha scritto musica per documentari e cortometraggi. Dal 2005 lavora insieme a suo fratello Marco, fotografo, al progetto di videoarte PASTIS (www.pastislanza.it ) : un linguaggio che esprime con musica e immagini il legame tra suoni e gesti, tra realtà e astrazione.
www.cristinadona.it – www.facebook.com/cristinadona