SUSANNA PARIGI – CARO M’È ‘L SONNO
“CARO M’È ‘L SONNO”
È IL NUOVO ALBUM DI
SUSANNA PARIGI
(Logo Records / Self Distribuzione – digital: Warner / ADA Music Italy)
Formato disponibile: digitale, cd
data di uscita: 4 novembre 2022
Caro m’è ‘l Sonno” è il nuovo album della cantante, autrice, scrittrice fiorentina SUSANNA PARIGI. Decimo lavoro di un’artista la cui carriera è da sempre divisa tra musica e teatro e che l’ha vista protagonista di concerti, produzioni televisive e teatrali, collaborazioni italiane e internazionali con nomi come Pat Metheny, Noa e Tony Levin, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e Raf, è amata dalla critica e sostenuta da artisti come il fotografo Sebastião Salgado e il filosofo Umberto Galimberti.
Il nuovo album presenta otto brani che sondano in profondità aspetti umani e comportamentali di questi tempi di difficile lettura. La scrittura vivida e sottile di Susanna Parigi è incastonata in melodie senza tempo, a cui l’artista ha chiamato a mettere mani e cursori il produttore Taketo Gohara, cui è spettato il compito di innestare respiro e profondità sonora a un disco consapevole e lucido, con aperture musicali struggenti, testi garbati ma decisi, domande che non hanno risposte (come averne, oggi?) ma che le chiedono, urgentemente, e pezzi di vita che necessitano memoria e assimilazione.
E infine, per Susanna Parigi, la certezza che la Cultura è necessaria nello scorrere ciclico dei giorni, e passa anche dalla bellezza, dal rispetto, dalla comprensione che diversità e imperfezione sono valori positivi, dall’allontanamento della paura nelle sue molteplici forme.
CREDITI DISCO
Testi e musica: Susanna Parigi
Produzione: Taketo Gohara
Pianoforte, piano giocattolo, spinetta e voce: Susanna Parigi
Chitarre e basso: Alessandro “Asso” Stefana
Ebow in ”5% di Grazia”: Matteo Giudici
Percussioni e batteria: Niccolò Fornabaio
Arrangiamento Archi: Stefano Nanni
Violino e viola: Valentina Del Re
Violoncello e contrabbasso: Carmine Iuvone
Registrato da: Taketo Gohara e Niccolò Fornabaio alla Casa degli Artisti e al Wunderkammer
Masterizzato da: Giovanni Versari presso La Maestà (Faenza)
TRACKLIST
1 – Ferma 3:13
2 – Io sono il meno 2:28
3 – Forse è possibile 2:52
4 – L’uomo che trema 3:07
5 – 5% di grazia 3:41
6 – Oh mio Dio le lezioni di canto 2:14
7 – Senza terra 2:48
8 – Tu fuori, io dentro 3:52
CARO M’È ‘L SONNO – GUIDA ALL’ASCOLTO
Turisti e fuggiaschi in perenne movimento. Abbiamo perso il senso del limite pur essendo limitati. Ma non siamo programmati per questo. Una voce dentro ci dice: “Ho bisogno di una sospensione, di un periodo in cui niente intorno a me subisca una trasformazione. Viviamo nella società cosiddetta “liquida”, ma non possiamo sempre vivere immersi nell’acqua. A volte desideriamo raggiungere una terraferma dove poterci radicare e dove far crescere i nostri rami.
IO SONO IL MENO
Il segno meno è un ideogramma che non rappresenta un oggetto ma un concetto che può essere tradotto come: meno o sottrarre o negativo.
Il segno meno distrugge, non crea. Sottrae tutto quello che può costruire senso. Ecco cos’è il grande “meno”, la grande “sottrazione” che porta sempre più giovani a problemi psichici, vittime di una comunicazione senza comunità. E cosa ne è delle persone che sono consapevoli del dilagare del segno meno? Naturalmente esiste un’altra faccia del segno meno, di cui non parlo in questo brano, ed è la diminuzione dell’eccesso. Questo è quello che dovremo mettere in atto per forza, altrimenti le generazioni future non potranno più abitare questo pianeta.
FORSE È POSSIBILE
Credo che “vittoria” e “sconfitta” siano punti di vista. Appena qualche decennio fa “perdere” aveva una portata sociale incalcolabile in termini di vita o di morte. Significava rinunciare alla difesa dei propri diritti o aver buttato una vita intera senza trovare la cura di una malattia. Oggi ci sono uomini, troppi, che si sentono sconfitti solo perché vengono lasciati. Sì perché nell’ idea devastante che ci siamo fatti della sconfitta, si fortifica anche il femminicidio. Eppure “perdere” può rappresentare un’opportunità. “Vincere”, per me, è avere le gambe buone per camminare in un bosco e conservare il tempo della vita per quello che ci motiva. Questo tempo per sé stessi è lo spazio della libertà.
L’UOMO CHE TREMA
Il fallimento di questo sistema è sotto gli occhi di tutti, la sua incapacità di orientare al bene comune, ai beni relazionali e alla salute del nostro pianeta. Abbiamo paura di tutto, camminiamo sulle sabbie mobili e per anni abbiamo fatto finta di niente e “L’indifferenza opera potentemente nella storia… è ciò su cui non si può contare”. (Gramsci)
5% DI GRAZIA
Un brano di cui preferirei non parlare. Una notizia: “Ha il 5% di probabilità di sopravvivere”, da qui il mondo si capovolge, i valori cambiano. Tutti. Si naviga a vista. Si vive in una bolla di speranza, una piccola bolla stretta… di speranza.
OH MIO DIO LE LEZIONI DI CANTO
Per un periodo della mia vita ho subito una espansione dell’udito. Significa che percepivo frequenze che altri non potevano udire. Potrebbe per certi versi apparire interessante, ma non è così visto che non potevo abbassare il volume del mondo. È stato comunque grazie a questa espansione che ho maturato l’abilità di percepire dalla voce di una persona ogni sfumatura che racconti la sua storia, le tensioni, le aperture e chiusure, il suo carattere, la sua energia o disequilibrio. La voce è come il ponte che unisce due rive.Una riva è la persona che vuole comunicare qualcosa, l’altra riva è colui che ascolta e riceve la comunicazione. Come si può ridurre questo sacro rituale di comunicazione a pura abilità tecnica?
SENZA TERRA
È un sentirsi senza dimora, senza patria, sentirsi fuori posto… eppure presentarsi: “Ecco sono qui, nonostante la mia diversità”. Scrivo canzoni con la convinzione che gli accenti delle parole siano importanti, rifiuto i tatuaggi, pratico una certa sobrietà, non vesto firmato, non amo la politica degli slogan, né la religione elementare dei catechismi. Esiste un posto per me oggi? Dove sono collocabile? Io mi chiamo Susanna, e tu?
TU FUORI IO DENTRO
È capitato. Stavo andando all’aeroporto per tornare a Milano. È successo tutto in pochi minuti. Tutto vero. Spero che la somma di tanti esclusi, un giorno, si manifesti come una gigantesca opera d’arte, al momento completamente invisibile ai nostri occhi.