ARM ON STAGE “ALDRIN”

8 Novembre 2013

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Esce il  26 novembre 2013 il nuovo disco degli

ARM ON STAGE

“ALDRIN”

(AMS/Extravaganza– Distr. BTF.IT)

 

Un album rock, etereo nelle atmosfere ma anche compatto nei suoni, dalle melodie accattivanti e malinconiche in cui trovano posto inserti elettronici ma anche fiati (sax, clarinetto e corno) e archi (cello e violino). Il cantato è in inglese, come il precedente lavoro, su tutte le undici tracce (più bonus track) che compongono “Aldrin”.

 

Se il primo disco del 2010 “Sunglasses Under All Stars” era improntato maggiormente sull’improvvisazione musicale, “Aldrin”, predilige invece la condivisione del giro armonico, la melodia, il riff da sviluppare in canzone.

 

Determinante l’incontro con i due produttori artistici: Paolo Benvegnù e Michele Pazzaglia. Il disco è stato registrato a Dekani in Slovenia in 4 giorni di riprese live, dopodiché il progetto ha preso forma grazie ad una produzione crowdfunding in collaborazione con Musicraiser.

 

Il titolo e il tema del disco, ruotano intorno al senso di umanità dell’errore. Il riferimento è all’astronauta Buzz Aldrin, secondo uomo a mettere i piedi sulla Luna e poi caduto per molti anni in stato depressivo. Un uomo che si è perso sul pianeta terra per motivi emozionali, tipici del genere umano, pur avendo goduto da lontano della “meravigliosa desolazione “ in cui rotola la nostra straordinaria casualità. La storia di Buzz Aldrin come miscela quindi di forza e fragilità. ALDRIN.

 

Il disco, cantato interamente in inglese, punta a farsi conoscere anche fuori dai confini nazionali. Di qui la scelta di affidare la distribuzione mondiale alla BTF, importantissimo distributore specializzato nel progressive.

TRACKLIST

 

1) That Old Velvet Curtain

2) April Song

3) Alive

4) Sunday’s Over

5) The Second Man On The Moon

6) Lally The Clown

7) Money & Puttane

8) Crystal

9) The Master

10) Neighbor’s Nightmare

11) That Magnificent Desolatin

12) Strong Enough (Bonus Track)

 

Guida all’ascolto di Aldrin:

THAT OLD VELVET COURTAIN

E’ il brano di apertura del disco. Quello più particolarmente a sfondo sociale. Gravita tutto intorno alla domanda “ scenderà il sipario ? “. Sulle continue menzogne che abituano le orecchie di chi non vuole più lottare, su un mondo che mette il profitto davanti al sogno, al sangue, su un continuo spettacolo di guerre ed occhiolini, sulla ostinata voglia di distruggere la già minuscola percentuale di magia che anima le vite dei più. “ Quanto siamo lontani dalla strada giusta… “. Possibile che l’uomo cambi idea solo se spaventato?

 

APRIL SONG

Un elenco di alternative, di possibilità per chiunque. “ C’è un altro cielo da guardare, un’altra strada da camminare, un altro amore da perdere per tornare a crederci… “ …. speranze. Se poi proprio queste parole non facessero l’effetto desiderato…. “ Puoi ascoltare questa canzone anche senza sentimento “( nell’attesa che ritorni, ), perché “questa è la canzone di Aprile”. La canzone del rinascere. Del coraggio di ricominciare da capo.

 

 

ALIVE

La canzone più “mistica” dell’album. Ci siamo immaginati la trasmigrazione di un anima attraverso processi rincarnatorii. Lo spazio profondo che avvolge il nostro disco porta ad una riflessione “Kubrickiana” della vita post e pre mortem. Niente di religioso, pura curiosità, visione; un po come l’astronauta di 2001 odissea nello spazio che, alla fine del film, entra in un turbine che lo riporta all’infanzia o alla sua genesi; qui il protagonista rivive riminiscenze passate a sfidare spadaccini del settecento piuttosto che esistenze da vagabondo in Francia rendendosi conto che l’unica possibilità che ci viene data è di vivere ogni presente più intensamente possibile : “ Ora sono me stesso, vivo per correre attraverso il mio nuovo delirio…la parte migliore di me ha acceso un fuoco che mi ha scaraventato tra voi amici…sono vivo…per ora” Il pezzo più prog, proprio perché attraversa vari stadi di evoluzione, musicale e testuale.

 

SUNDAY’S OVER

E’ uno sfogo con la segreteria telefonica di lei…

“Ti ho cercata più volte…volevo diti che… si era sabato, magari non sentivi, ballavi…

“SI ti ho chiamata… non ricordo quante volte… volevo dirti che… non ho più paura di morire e questa cosa mi spaventa….” La domenica stà finendo. Tutto chiaro. Noi stiamo scomparendo come il sole dietro i tetti che vedo da qui. I miei sogni sono come cibo da mangiare ed espellere per te?” “ … Volevo dirti che… conosco un posto che di Lunedì serve il tuo Menù preferito ” .

Un particolare del brano è che la melodia del rodhes è la classica suoneria Nokia ma traslata in minore. Arricchito da sax e cori di Benvegnù.

 

THE SECOND MAN ON THE MOON

E’ il brano che ha suggerito il titolo del disco. Buzz Aldrin, sospeso nello spazio, guarda la terra e sussurra “that magnificient desolation!”. Una volta tornato vive male la sua subordinazione ad Armstrong ( il PRIMO uomo sulla luna ) e si perde in un viaggio buio di alcol e depressione. Non esiste ordine, gerarchia o primo e secondo in questo veloce conto alla rovescia ( le nostre microscopiche vite ).

 

LALLY THE CLOWN

Il pezzo più grunge dell’album, una visione stralunata attraverso gli occhi di un clown vagabondo che incarna la follia pura, la tentazione all’abbandono, al perdersi : “ Ti porterò sull’autostrada solitaria”-­‐ “Sta irrompendo nella mia follia”-­‐ Una insopportabile domanda al nostro intimo : crediamo davvero di essere così diversi da Lally il clown? Un coro di bambini si mischia a chitarre taglienti e a sintetizzatori robotici. Una folle risata metallica rieccheggia nella nostra coscienza. Riusciremo a resistere al richiamo del Clown?

 

MONEY & PUTTANE

Una canzone che forse piacerebbe a Tarantino. Un misto di grottesco e drammatico stemperato dall’ironia della forma rap. Un omaggio ai primi rapper, alla “Last night the dj stand my life”. Zack Finizio è un pasticcione che crede di essere un duro ma ne combina di tutti i colori. Durante lo scorrerre del pezzo si fa fermare dagli sbirri con un carico di cocaina, incontra un suo vecchio socio in affari sporchi incazzato perché non gli passa più niente, viene minacciato da Big Daddy Abdull di esser preso a sculacciate o peggio a pistolettate ma viene sempre salvato dalla telefonata della mamma che lo rimprovera per avere speso troppi soldi in discoteca. Elettronica, cori femminili nel pezzo che più si distacca dalle altre tracce del disco. Arm on Stage è anche divertimento…dovevate vedere come si divertiva Benvegnù a fare i cori.

 

CRYSTAL

Penso a quante cose potresti conoscere, chiederti, immaginare… con tutto l’universo che c’è!. Ma una cosa è certa. Sono in questa stanza poco luminosa e sto scrivendo di te. Fuori nevica, dentro s’infuocano considerazioni universali. Mi avvicino alla finestra, vedo un bambino per strada che gode il cader leggero della neve sul suo volto. Una cosa è certa. Siamo soli. Gli archi, scritti da Sicardi, rappresentano perfettamente il movimento ad incastro degli elementi d’una grigia giornata nevosa. Lenti e nervosi. Fragili e preziosi. Trasparenti e taglienti. Cristallo.


 

THE MASTER

L’eterno dilemma mente/cuore si ripropone in uno scontro all’ultimo sangue. Ne usciremo vincitori? E soprattutto chi vincerà? Il Master di cui si parla è il cervello. Sublime organo umano, complicatissimo, affascinante…potente. Talmente potente che è in grado di condizionarci la vita, proiettandoci false visioni e paranoie sublimi. Il cuore, da sempre il suo antagonista, ci riporta alla realtà, alla passione umana scevra dal condizionamento “chimico” cerebrale. Una road song, un treno, confusione mentale, la passione compulsiva e morbosa per una donna diventa il teatro di scontro tra mente e cuore: “ Tu sei il capo, la colpa, la risposta, il cervello, quello che ascolto molto più di quello che dovrei…di quello che vuoi ma la storia dice che il cuore vincerà sempre” Incalzante e trascinante come un duello dev’essere.

 

NEIGHBOUR’S NIGHTMARE

Mi suonò alla porta il vicino impaurito, urlante. Ho sentito uno sparo, ho visto del sangue, ho già detto tutto ( convinto ? ) ai vicini. Si animò il corridoio del secondo piano del condominio. Tutti uscirono e si unirono alle grida “c’è un assassino al secondo piano!”. Ma sarà vero? Guardai attonito la scena finchè Achille, il sospettato, uscì dalla propria porta e… finale libero.

 

STRONG ENOUGH

La traccia che chiude il disco. Aldrin è passato attraverso le sue paure più profonde. Si è sentito perso, abbattuto, solo. La “magnifica desolazione” si è tramutata in uno sconforto cosmico, in un black hole emozionale che ha inghiottito le sue forze fino quasi ad annientarlo. Ma…la vita riprende il sopravvento. La speranza rinasce e i detriti neuronali che tanto lo hanno schiacciato a terra si diradano lasciando una piacevole sensazione di riscossa : “ Devo attraversare la mia mente…come ha fatto questo paradiso a diventare così freddo?”-­‐ “ Qualcosa sta riaffiorando…sono stato qui troppo…sono forte abbastanza (per ricominciare)” Melodia, velocità, ritorno a casa…finalmente.

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