LUCIO LEONI – IL LUPO CATTIVO
LUCIO LEONI
ESCE IL 10 NOVEMBRE
“IL LUPO CATTIVO”
IL NUOVO DISCO DI INEDITI
(Lapidarie Incisioni/iCompany – distr. Sony)
IL LUPO CATTIVO è il nuovo atteso disco del cantautore romano Lucio Leoni. Si tratta del terzo album per uno dei pochi artisti, in Italia, capaci portare in canzone i monologhi viscerali tipici del teatro interiore, strutture rap e impeti punk, pur mantenendo un forte legame con la tradizione cantautorale italiana.
Brillante e provocatorio, Lucio Leoni usa l’espediente del Lupo Cattivo per parlare di emozioni universali e concetti senza tempo, per costruire una sorta di “saggio sull’esistenza” che non porti con sé una data di scadenza. Significati e i significanti si mescolano in costruzioni logiche o illogiche, per farsi dialogo interiore o racconto.
Dieci brani originali e un’inedita rielaborazione di una canzone di Luigi Tenco, “Io sono uno”: Lucio le ha dato nuova veste, arricchendola con le parole, sempre di Tenco, estratte da un Intervento al “beat 72” su “La canzone di Protesta” (Roma, novembre 1966).
Tra gli ascolti che hanno portato la nascita del disco, lo spoken word inglese degli ultimi anni (Tricky, Riz Mc, The Streets, Ghostpoet), il teatro e la narrazione fiabesca, dove voce e strumenti si fondono (La Gatta Cenerentola di De Simone e il prewar Folk americano), ma anche il post rock con le chitarre sporche ed oblique (Slint, Karate, Tortoise) ed esteti della parola prestati alla musica, come Stromae e James Blake.
IL LUPO CATTIVO verrà presentato per la prima volta dal vivo il 24 novembre al Monk Circolo Arci di Roma.
LUCIO LEONI PARLA DEL DISCO “IL LUPO CATTIVO”
Senso, suono, significato; queste le linee guida che mi hanno indirizzato dentro e fuori dagli ascolti, con un orecchio sempre aperto ed incuriosito alle realtà italiane più stimolanti (Bachi da Pietra, Uoki Toki, Giovanni Truppi) con il cuore legato ai grandi sommersi che trascinano instancabilmente la lunga tradizione dei cantori della parola (Cesare Basile, Alessandro Fiori, Paolo Zanardi, Filippo Gatti).
Per contrasto se per Lorem Ipsum, che partiva dall’Io e piantava bene i piedi a terra, mi sono affidato ad una band composta in parte da ex-musicisti (cercavo il controllo assoluto), per Il lupo cattivo, che invece parte dal noi e guarda in aria, ho mischiato le carte e mi sono rivolto ad una sezione ritmica affiatata e già collaudata che vive indipendentemente: Le Sigarette!! al secolo Jacopo Ruben Dell’Abate (chitarra elettrica) e Lorenzo Lemme (batteria) e li ho uniti a Filippo Rea (elettronica e tastiere), Daniele Borsato (chitarra classica) e Giorgio Distante (Trombe e produzioni elettroniche). Il basso non c’è. Era troppo terreno. Il tutto come per Lorem Ipsum è stato poi mescolato da Riccardo Gamondi (Uochi-Toki) e poi masterizzato da Giovanni Versari.
Il Lupo cattivo è reale. Lo incontriamo tutti i giorni. A volte fatichiamo a riconoscerlo.
I due anni che mi hanno portato alla scrittura di questo disco sono stati anni complessi, anni di lupi cattivi, anni che mi hanno insegnato a riconoscerne tanti, molti di più di quanti pensavo ne esistessero effettivamente. Elaborare ed affrontare un lupo cattivo non è scontato, ne semplice, ma necessario al percorso che porta dalla casa della mamma alla casa della nonna, con il cestino del pane intatto.
Si impara che uccidere un lupo cattivo non è una soluzione plausibile. Si impara che il lupo cattivo è anche parte di noi e si impara a rispettare il lupo cattivo, che è bestia si ma anche noi lo siamo.
Ogni brano è un lupo cattivo diverso, ogni brano è un incontro con un aspetto diverso di una qualche paura, sconfitta, sfida, pericolo e a modo mio ho provato a raccontarli per tornare a casa, perchè le favole non si mischiano mai ma avevo bisogno di trovare un sentiero di sassi che mi indicasse la via.
“[…] Anche perchè se governassero i contadini e i signori lavorassero la terra si morirebbe presto tutti quanti di fame, ché ognuno ha le mani che si merita […]”
“Q”- Luther Blisset
TRACKLIST
1 – La pecora nel bosco
2 – Stile libero
3 – Le interiora di Filippo (prod. Giorgio Distante)
4 – Sigarette
5 – Mapuche
6 – Perchè non dormi mai
7 – Niente di male
8 – Impossibile essere possibile feat. Vonneumann
9 – Piccolo miracolo
10 – Io sono uno
11 – Il lupo cattivo
LUCIO LEONI PARLA DEL DISCO “IL LUPO CATTIVO”, TRACCIA PER TRACCIA
“La pecora nel bosco”: siamo tutti pecore nel bosco. Ci accompagniamo e poi torniamo soli. Ci ritroviamo e poi ci riperdiamo, convinti che almeno in due ci si possa aiutare, ma poi scopriamo che è più l’intralcio che l’amore a renderci coppia. E l’intralcio ci fa perdere ancora di più. Grazie al cielo non ci perdiamo nel nulla ma ci perdiamo nel bosco e in quel bosco troviamo tanti altri come noi che, almeno, non ci fanno sentire soli.
“Stile libero”: è difficile essere garantiti della comprensione dell’altro. Dirsi “Ti amo” ed essere sicuri che l’altro lo recepisca esattamente come lo intendiamo. Sostenersi ed essere sicuri di offrire all’altro quello di cui ha bisogno. Ma vale la pena provarci, anche nel mare, anche contro le intemperie, senza impazzire però. Imparando ad aspettare i momenti giusti, comprendendo gli spazi. Lasciandosi andare, se serve.
“Le interiora di Filippo”: nasce da una serie di messaggi notturni scambiati con un amico intorno al senso dello scrivere. Il senso della parola. L’importanza di accettare la parola e il senso che questa produce come forza generatrice e purificatrice se utilizzata con “attenzione sacra”.
Scardinando il volgare e il basso, il piccolo, puntando alle fondamenta della comunicazione rimane una sola verità: che “tocca magnasse il cuore insieme”. E che poi alla fine, comunque “nce se capisce gnente”.
“Sigarette”: perdere qualcuno di importante. Ritrovarlo negli occhi e nei gesti di chi è rimasto e sa tradurne il valore. E’ l’opportunità di guardare a quanto resta piuttosto che a ciò che se n’è andato.
“Mapuche”: per cultura, per società, per religione o anche solo per abitudine si è abituati a pensare che “prima o poi un bambino, un figlio, si farà”. E se così non fosse? Se invece, per mille motivi, si decidesse o non si potesse o non si volesse farlo, quel figlio? Allora lì, chi fa il mestiere di scrivere canzoni ci rimane male, perchè una delle cose belle da fare è scrivere una ninna nanna al proprio “ erede”. Io l’ho scritta ugualmente. Rovesciandone le parti, chiedendo a lui di cantarla a me. Chiedendo a lui di usare la fantasia per farmi addormentare. I Mapuche sono una popolazione cilena, l’unica tra le molte, dell’America Latina, a resistere ai tentativi di colonizzazione dei conquistadores spagnoli e che oggi sono di nuovo in guerra contro chi sta tentando di rubare le loro terre.
“Perchè non dormi mai”: Eh? Perchè? Perchè siamo soggiogati da malattie che abbiamo inventato noi? Ansia, stress, attacchi di panico, depressione. Di tante cose che volevamo o potevamo, ci ritroviamo quasi sempre nei mali. E ci perdiamo sempre nelle stesse scemenze.
“Niente di male”: le attrazioni, gli sguardi, le farfalle nella pancia e poi l’etichetta che va superata e distrutta per farsi finalmente del bene e concedersi, una volta tanto, anche l’errore. In fondo l’amore eterno non è detto che esista più.
“Impossibile essere possibile”: i Vonneumann, un’incredibile band di Roma, mi ha proposto una collaborazione facendomi ascoltare una loro composizione e dandomi un titolo “impossibile essere possibile”. Da qui in poi un puro e limpido delirio di onnipotenza e flusso di coscienza mi ha portato dai problemi di comunicazione interni a quelli esterni, da quelli umani a quelli tra uomo e macchina, per finire a quelli tra macchina e divinità. E’ un testo impossibile. Ma, se esiste, vuol dire che è possibile. E allora è impossibile essere possibile. O viceversa.
“Piccolo miracolo”: troppe relazioni, troppe verità, troppe distrazioni, troppe libertà. Dimenticandosi di guardare con attenzione a cosa serve veramente e quotidianamente. Piccoli gesti di incredibile generosità spontanea.
“Io sono uno”: questa è la rielaborazione di un bellissimo brano di Luigi Tenco, in cui il cantautore ci racconta un po’ di sè. Ho pensato potesse essere interessante prenderlo ed arricchirlo con altre parole sue, prese da un altro contesto, estratte da un Intervento al “beat 72” su “La canzone di Protesta” (Roma, novembre 1966).
“Il lupo cattivo”: la quadra del tutto. L’indagine su “chi è, cos’è e dov’è”, la scoperta che lo siamo anche noi. Capirne il bene e il male. Accettarlo. E accettare che, se viene la notte, ci mangerà.
CREDITS
“Il lupo cattivo” è stato suonato da: Lorenzo Lemme (Batterie) Jacopo Ruben Dell’Abate (Chitarre elettriche) Daniele Borsato (Chitarre classiche e acustiche) Filippo Rea (Elettronica e Tastiere) Giorgio Distante (Trombe e produzioni) registrato nel Gennaio 2017 presso il SoultubeStudio da Luca D’Aversa e Giuseppe D’Ortona e presso il Monkey Studio da Lucio Leoni.
Missato senza possibilità di appello da Riccardo Gamondi presso il Fiscerprais Studio. Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering.
Le grafiche sono di Livia Massaccesi.
I brani contenuti ne Il lupo cattivo sono tutti scritti da Lucio Leoni ed arrangiati da Lucio Leoni e i ragazzi qui sopra eccezion fatta per “Le interiora di Filippo” scritta a quattro mani con Filippo Rea e per “Io sono uno” che è una rielaborazione del brano di Luigi Tenco “Io sono uno”. Tutte le parole che non fanno parte della canzone sono sempre di Luigi Tenco, estrapolate da un suo intervento al Beat 72 di Roma nell’ambito di un incontro su “La canzone di protesta”- novembre 1966
Impossibile essere possibile è il frutto di una collaborazione con i Vonneumann ed è suonata e registrata da i Vonneumann.
Le interiora di Filippo è state prodotta da Giorgio Distante.
Prodotto da Lapidarie Incisioni e iCompany
Ufficio Stampa e promozione: Big Time pressoff@bigtimeweb.mywp.it – www.bigtimeweb.it
Booking: lucioleoni@locusta.net